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L’OTTAVO ANNO DI FRANCESCO, DISTANZIATO E NON DISTANTE, IN CERCA DEI SAGGI DI DIO

 

Rilancio della dimensione spirituale   e riaffermazione della radicalità del Vangelo, attraverso le messe a Santa Marta trasmesse in tutto il mondo e la preghiera contro la pandemia nella piazza San Pietro deserta del 27 marzo 2020. La visita al punto di riferimento degli sciiti nel mondo, ayatollah Al Sistani, un passo concreto e finora impensato nel cammino di fraternità tra le fedi e pacificazione tra i popoli. Si snoda tra questi due estremi l’ottavo anno di pontificato di Jorge Mario Bergoglio, eletto il 13 marzo 2013, anno in cui dunque ha superato la durata del regno del predecessore, il papa emerito Benedetto XVI. Tra i due estremi si colloca la pubblicazione, lo scorso autunno, di “Fratelli tutti”, terza enciclica del pontificato, in parte premessa del memorabile viaggio in Iraq conclusosi l’8 marzo, e che, come altri documenti bergogliani come la “Laudato sii”, ha innescato una riflessione internazionale che coinvolge a diversi livelli esponenti religiosi, politici e persone comuni.

L’anno papale appena trascorso cioè, ha riaffermato la fratellanza universale, una carità operosa e preoccupata della famiglia umana durante la pandemia, le esigenze della giustizia e dei poveri, la necessità del dialogo e di un discernimento forte per individuare ciò che lo Spirito suggerisce o esige. E infatti papa Francesco ha impegnato in prima persona la Chiesa in mille azioni a tutti i livelli per affrontare la pandemia – dai pacchi viveri, all’aiuto agli indigenti, alla vaccinazione dei senza tetto, alla commissione istituita per gestire l’emergenza a livello internazionale – e ha cercato di far emergere nella famiglia umana la capacità di affrontare la crisi per uscirne migliori e non peggiori, e di cogliere l’occasione epocale di modificare il modello di sviluppo, a tutela dei poveri e dell’ambiente. A questo proposito, pur nei modi limitati dal Coronavirus, il papa non ha rinunciato a due impegni su cui aveva molto puntato per il 2020: ha convocato dal 19 al 21 novembre, l’incontro on-line di giovani economisti di tutto il mondo  per elaborare una economia che include, che si prende cura del creato e non lo depreda;   il 15 ottobre ha sostenuto l’incontro sempre in streeming  per un Patto educativo globale, uno dei temi forti del suo pontificato. Papa Francesco ha inoltre proseguito nella riforma della curia “a pezzi”, con nuove norme sulla trasparenza degli appalti, la giustizia e, soprattutto, la chiusura del fondo economico della Segreteria di Stato, ulteriore tassello della riforma finanziaria. La cancellazione dei poteri di gestione economica della Segreteria di Stato richiama alla mente i provvedimenti contro il cardinale Angelo Becciu, il cui caso non è ancora chiarito, come non ancora completamente comprensibile ai più è la  vicenda del monastero di Bose e la rimozione del fondatore, Enzo Bianchi. L’obiettivo bergogliano di valorizzare la partecipazione effettiva delle donne alla vita della Chiesa, oltre che in alcune nomine al femminile in dicasteri pontifici, si è visto nell’indicazione dell’11 gennaio al prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, card. Ladaria, di ammettere le donne al lettorato e all’accolitato (la possibilità di leggere la Parola di Dio, non solo a messa, e il servizio all’altare, ndr) finora riservati agli uomini,  e ammessa da qualche vescovo a titolo non ufficiale.

Per l’incontro nella città sacra all’islam sciita Najaf, con l’ayatollah Al Sistani – come per quello del 2019 ad Abu Dhabi con il punto di riferimento mondiale dei sunniti, imam Al Tayyeb – si è ovviamente ricordato san Francesco d’Assisi che incontra il saladino. Ma dietro i passi di papa Francesco verso l’islam, con la speranza di vedere le religioni insieme al servizio della fraternità nel mondo, c’è  anche Ignazio di Loyola. Infatti per il fondatore della Compagnia di Gesù, come ricorda spesso l’attuale generale dei gesuiti Arturo Sosa, il discernimento non divide tra credenti e non credenti, ma tra chi promuove il bene di tutti e chi semina paura e divisione, il discernimento distingue tra uomini morali e non.

Tutto questo è presente dal primo giorno del pontificato e dal primo grande documento, la esortazione apostolica “Evangelii gaudium”, ma preghiere, gesti e parole di papa Francesco negli ultimi dodici mesi lo mettono con maggior evidenza sotto gli occhi di chi è disposto a vedere con comprensione. Che quanti guardano con avversione lo avevano visto da subito. Il papa ne è consapevole: a   proposito del cammino di fratellanza tra le religioni, sull’aereo che lo riportava a Roma dall’Iraq, Bergoglio ha ricordato “alcune critiche” ricevute: “che il papa non è coraggioso, è un incosciente che sta facendo dei passi contro la dottrina cattolica, che è a un passo dall’eresia, ci sono dei rischi. Ma queste decisioni – ha ricordato ai giornalisti – si prendono sempre nella preghiera, in dialogo, chiedendo consiglio, in riflessione. Non sono un capriccio, sono la linea che il Concilio ha indicato”. E a proposito del colloquio con Al Sistani: “A me ha fatto bene all’anima questo incontro. E’ una luce. Questi saggi sono dappertutto perché la saggezza di Dio è stata sparsa in tutto il mondo”.

Il tenace tentativo di mettere le religioni al servizio della fraternità nel mondo, e passi e gesti straordinari, fanno oggi di papa Bergoglio una persona sempre più importante per il mondo intero, e il suo ruolo sembra fondamentale per l’umanità nel cammino di uscita dalla pandemia e dalla crisi epocale che il Coronavirus ha fatto esplodere.

 

 

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© 2019 Giovanna Chirri

© 2020 Giovanna Chirri